IN VIAGGIO CON MIO FIGLIO

Regia di Tony Goldwyn

Durata 101 minuti

Max è un padre separato con un figlio autistico di undici anni di nome Ezra da gestire insieme alla sua ex moglie Jenna. Fa lo stand-up comedian, ma la sua carriera non sta andando tanto bene. Ezra viene espulso da scuola, poi scappa di casa, per Max è troppo: prende e lo porta via di notte senza dire niente a nessuno, in un viaggio improvvisato attraverso il Paese che diventerà per entrambi l’inizio di una nuova tenera avventura.                                                                                                              Un film commovente, ironico, con un cuore grande, sull’accettazione e la necessità di perdonarsi.   È In viaggio con mio figlio di Tony Goldwyn, che vanta una regia equilibrata, attenta a bilanciare costantemente il dramma famigliare con un’indispensabile dose di ironia, e un cast in stato di grazia, a partire dal suo protagonista Bobby Cannavale. Si cala nei panni di un padre sull’orlo di una crisi di nervi: separato da sua moglie (la convincente Rose Byrne), fa al meglio che può il genitore di un bambino autistico, Ezra, perfettamente interpretato dal misurato William Fitzgerald. Lo porta con sé anche nel locale dove si esibisce come stand up comedian, di fronte alla sua fedele amica e agente interpretata con spessore umano da Whoopi Goldberg.
Robert De Niro entra in scena per alleggerire i toni con un personaggio scorretto, inguaribile, drammatico ed esilarante insieme, il nonno ex chef rinomato, convinto che tutti vogliano rubargli qualcosa. Il focus è senz’altro il racconto delle complessità dell’essere genitore di un ragazzo autistico. Bisogna educarlo, seguirlo, sostenerlo ogni giorno, senza un manuale di istruzioni che indichi il “come”.
C’è molto da accogliere, da accettare, da perdonare e da perdonarsi, e questo film lo mostra bene, sviluppando in modo niente affatto banale il rapporto che ognuno dei familiari riesce a costruire con Ezra, madre apprensiva e nonno compresi.                                                                                                 Accanto alla storia di un padre che fatica ad accettare che suo figlio sia diverso dagli altri e a contenere la propria impulsività, la sceneggiatura approfondisce con intelligenza e garbo una serie di temi, tra cui la vulnerabilità dei padri, il senso di smarrimento di un maschile imperfetto che ha messo in discussione ogni modello e non può più indossare quello antico e tossico di eroe senza paura, per non ricadere nei secolari errori dei padri/patriarchi che impongono agli altri il proprio volere.
Come essere un buon padre per Ezra, allora? Il viaggio on the road che gli altri chiameranno fuga e rapimento sarà un modo per prendere tempo, per tentare di proteggere, di rimandare il momento della decisione. Sedare il figlio con gli psicofarmaci suggeriti dai dottori? Mandarlo alla scuola dei “ragazzi speciali”? Oppure prendere e portarlo via da tutto, lontano da chiunque possa ferirlo, e tenerlo disperatamente stretto a sé?
“Non voglio che sia nel mondo, voglio che sia nel mio” è una delle battute clou del film che Cannavale pronuncia con uno strazio trattenuto davvero commovente. Non c’è traccia di retorica, neanche quando si evidenzia come sia da combattere non tanto la realtà, quanto la rabbia che genera.
Occhi negli occhi, carezze sui lobi, cercando di riconoscersi il più possibile nel calore di una famiglia imperfetta che tenta di affrontare le cose guardandole per quelle che sono. Vera Formiga fa una piccola e preziosa parte di amica accogliente e disponibile, Jimmy Kimmel un cammeo delizioso da gustare ai titoli di coda

GIOVEDI’          

24/04

21,00
VENERDI’           

25/04

18,30-21,00
SABATO

26/04

COME SALA DELLA COMUNITA’ ADERIAMO ALLA

CHIUSURA PER LUTTO NEL GIORNO DELLE ESEQUIE DEL NOSTRO AMATO PAPA FRANCESCO

DOMENICA        

27/04

16,30-18,30-21,00
LUNEDI’

28/04

21,00
MERCOLEDI’      

30/04

21,00