PER I FILM MOVE THE MOVIES LINDA E IL POLLO

Regia Chiara Malta, Sebastien Laudenbach

Durata 73 minuti

Linda ha pochi anni e una grande ossessione per l’anello di smeraldo di sua madre, che vorrebbe indossare a casa come a scuola. Ingollato una mattina dal suo gatto viola, è accusata ingiustamente di averlo rubato e scambiato con un baschetto giallo. Linda non nega e si becca una bella punizione. Ma poi il gatto vomita l’anello con la verità e la mamma di Linda, Paulette, vuole farsi perdonare. In cambio la bambina esige “pollo e peperoni”, l’ultimo piatto che le ha cucinato il suo papà prima di morire, a tavola, improvvisamente, traumaticamente. Uno sciopero generale complica il desiderio di Linda ma Paulette è pronta a tutto per trovare quel pollo e cucinarlo come promesso. Un intero quartiere finirà coinvolto nella rocambolesca ricerca di un volatile che è la chiave di un ricordo perduto.                                                                                                                                       Comincia da un lutto Linda e il pollo; ma il film di Chiara Malta (Armando e la politica) e Sébastien Laudenbach (La Jeune Fille sans mains😉 ha la forma di una commedia animata musicale che rende meno insopportabile la perdita e l’oblio.                                                                                          Bolle di ricordi felici della vita a tre introducono la tragedia di una famiglia spezzata e un racconto che prende i bambini sul serio. Sul filo dell’ostinazione della sua vivace protagonista, Linda e il pollo è un’epopea pop di colori, avventure e note (composte da Clément Ducol) riassunta tutta nel titolo originale (Linda veut du poule). “Linda vuole il pollo” in un giorno di sciopero nazionale. Manifesti dappertutto, manifestazioni ovunque e polli da nessuna parte perché le macellerie sono chiuse e le fattorie troppo lontane. Non per la madre di Linda che decide di ‘rubarne’ uno vivo dal pollaio.
Il furto per amore della sua bambina diventa il pretesto per un improbabile, tenero ed esilarante inseguimento, perché il pollo fugge e il caos regna tra poliziotti maldestri, camionisti blu, zie rosa e fantasmi flou. Grande vincitore all’ultimo festival di Annecy, questo piccolo film, piccolo soltanto nel budget, è una fantasia emozionale (e sociale) che ricorda da vicino i disegni dei bambini. Un’ora e una manciata di minuti per trattare una moltitudine di temi: la relazione madre-figlia, la perdita del proprio caro, la vita in comunità, l’amore, il rimorso, l’erosione del potere d’acquisto, i diritti degli animali…                                                                                                                                                   Un gavettone di lacrime e risate che disegna direttamente sulla nostra retina con la sua matita agile, moltiplicando le prodezze grafiche e le belle idee come un codice di colori differenti per distinguere i suoi personaggi (Linda è gialla, Paulette arancione, la zia di Linda rosa…) e illustrare un’ambizione estetica e politica: l’attenzione alla singolarità vale come attenzione a tutti. Bijou d’animazione artigianale, Linda e il pollo è un piccolo miracolo in movimento perpetuo. È un film che scivola, un film instabile da ogni punto di vista ed è per questo che appare così vivo. La vibrazione formale dei protagonisti contribuisce alla riuscita di questa commedia dove le porte sbattono, le parole volano e tutto comincia con un equivoco.
Al suo centro ‘cova’ un segreto proustiano, il pollo evoca a Linda un’epoca sconosciuta, il grande mistero emozionale del film. Inscritto in un giorno di sciopero e in un quartiere operaio riconoscibile per la sua architettura, Linda e il pollo dipinge una Francia ottimista e generosa che si raccoglie in piazza e in un racconto corale che flirta col musical e fa voto di disobbedienza. Pieno di colori e bailamme, di fughe e ritorni, di canzoni e tumulti collettivi, è guidato da esili figure incarnate da Mélinée Leclerc, Clotilde Hesme, Laetitia Dosch e il nostro Pietro Sermonti, papà italiano di Linda. È un elogio all’intelligenza collettiva affollato di personaggi secondari tutti impegnati, a loro modo, in un’assurda ricerca non priva di amarezza per chi ha scommesso sul pollo. Se in un passaggio delizioso (e a tutta velocità) “La gazza ladra” di Rossini accompagna la frenesia dell’animazione, sprigionando tutto il suo potenziale umoristico, Linda e il pollo esplora sfumature emotive più cupe, frugando nella notte e nel buio. È vero che tutti cerchiamo un anello, un pollo, una fuggitiva, ma è soprattutto un ricordo quello che cerchiamo, il fantasma di un padre scomparso in poche vignette ronde. Perché la memoria appare e scompare come bolle di sapone, risvegliata dalla madeleine di Proust o dal poulet di Linda.

SABATO 16,30
DOMENICA 16,30